Le storie narrate nel libro sfiorano talvolta il paradossale, come quella di una futura mamma, laureata con specializzazione e operante in un reparto maternità (e qui la beffa è totale) costretta ad abbandonare il posto per accettarne uno in nero, in una clinica privata e sobbarcandosi turni soprattutto notturni. Oppure quelle di chi ha dovuto armarsi di bustino e corde strette per nascondere la pancia crescente e incipiente - manco fossimo precipitati improvvisamente indietro di un paio di secoli - e in qualche caso si è trovata poi madre di un figlio nato con qualche problema fisico, e nemmeno tanto lieve. Se possibile, il dramma continua ancor peggio anche dopo, a concepimento avvenuto, visto che poi le possibilità di rientro nel mercato del lavoro per le neo-mamme sono davvero scarse, e lo sono ancor di più in questo periodo, quando è la crisi a farla da padrone e spesso l’unica alternativa possibile (ma questo, ad essere fortunate) è la precarietà.
L’autrice supporta il tutto anche con statistiche, indici, parametri e pareri degli esperti: una lettura che se non fosse tragica risulta anche agile e molto interessante oltre che istruttiva, anche se a ben pensarci di istruirci su queste cose avremmo voluto poterne fare assolutamente a meno.
Ci resta una speranza: che il libro di Chiara Valentini non capiti in mano a qualche stratega del marketing applicato al caso, visto che al peggio non c’è mai fine, e qualcuno potrebbe scoprire come comportarsi di conseguenza, appunto: ancora peggio. E magari compiacersene, e farci pure sopra una bella cresta guadagnata cacciando dalla sua azienda qualche mamma in dolce attesa, che così diventerebbe agra in un batter d’occhio. Vuoi mettere, ad esempio, per il nostro “esperto in marketing strategico sul mobbing applicato alla gravidanza” la soddisfazione di poter poi fare un bel regalo alla moglie grazie al surpluseconomico che si è così onestamente conquistato, senza che la coscienza sia scossa dal benché minimo plissé?
Fonte: Forum PA - SAPERI PA - Di Tiziano Marelli

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