Rosanna Fanelli Medina - Presidente Associazione Sviluppo Donne Imprenditrici - Parliamone...

domenica 20 febbraio 2011

UN SOGNO DI TORTA E FRITTA E MARZAPANE


 Per il ciclo "Le interviste di Silvia"
La protagonista di oggi è Beatrice, autrice televisiva e scrittrice.
Vivace, ironica, alla sua prima opera letteraria che subito si rivela un successo.
La contatto e si rende subito disponibile a fare quattro chiacchiere con noi
Silvia Ramilli


Ci racconti qualcosa di te? Chi è Beatrice?
Innanzitutto una donna, una ragazza e anche una bambina, anche se non necessariamente in
quest'ordine.
La fatica di descriversi per quello che si è nel presente è davvero tanta, vien più facile dire quello che si è fatto: laureata in lingue alla Statale di Milano; mentre finivo gli studi ho lavorato come impiegata in un'azienda informatica.
Quando finalmente ho avuto l'assunzione a tempo indeterminato e la laurea in mano ho capito che non potevo aver già finito le aspirazioni a 30 anni, quindi  ho dato le dimissioni e ho impresso una brusca sterzata alla mia strada.
Dopo due corsi per sceneggiatori presso la RAI e il CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA e qualche anno di estrema penuria, bene o male ci sono riuscita.
Scrivo anche un romanzo che inaspettatamente piace subito agli editori cui viene proposto e inizio a lavorare come sceneggiatrice.

Come nasce "Un sogno di torta fritta e marzapane"?

L'idea nasce dalla voglia di raccontare il mondo com'era quando ero bambina.
Negli ultimi 20 anni la vita è cambiata moltissimo, la facilità di comunicazione che c'è oggi ha stravolto la concezione del mondo e anche noi che c'eravamo prima di internet e dei cellulari quasi non ce la ricordiamo più.
Mi sono immersa nella nostalgia dei primi anni '80 e ho scoperto che avevo tantissimi ricordi molto netti di quell'epoca benché fossi abbastanza piccola, così sono nati i primi capitoli del romanzo.
Poi rileggendoli mi sono resa conto che quella visione nostalgica, poetica, un po' sfocata,
poteva risultare stucchevole per tutto un romanzo e ho inserito la metà contemporanea, che è decisamente più brillante, lucida, a volte anche acidula, anche se il fondo dolce del libro è rimasto, a partire dalla copertina.

Ho letto il libro tutto d'un fiato e mi sono divertita moltissimo.
Ilaria e Miro i protagonisti inseguono un sogno, scrivere era il tuo sogno?

Grazie, grazie anche per aver notato che nella parte degli anni '80 il protagonista è Miro, un uomo di mezz'età, e la bambina è solo la narratrice.
Questo per me è importante, perché la storia che racconta il mio romanzo è una storia universale: anche i sogni muoiono, bisogna indossarli per tenerli in vita, come si fa con le perle.
Probabilmente scrivere era il mio sogno, anche se non lo sapevo bene nemmeno io.
Ci ho messo un po' a capirlo, e mi sono tenuta ancora un buon margine di sogni ancora da realizzare.

Hai incontrato delle difficoltà nella realizzazione dei tuoi obiettivi?
La mia carriera professionale da sceneggiatrice e scrittrice è iniziata tardi e questo per colpa mia, che ho fatto tutt'altro fino ai 30 anni.
La difficoltà principale di questo ambito, però, non è legata tanto a questioni anagrafiche quanto all'accesso alla professione.
L'attività di sceneggiatore è un misto fra arte e tecnica professionale e questo lo rende un lavoro atipico.
 Non si mettono inserzioni per cercare sceneggiatori, nè si inviano curricula per candidarsi. 
Si accede al lavoro tramite dei test che non sono pubblici, ma su invito, quindi finchè non conosci nessuno nell'ambiente ne rimani fuori, è impermeabile.

Riuscire anche solo a farsi valutare è già un successo. 
Ci sono molte donne sceneggiatrici, però anche in questo ambiente è più facile che i progetti siano guidati da uomini, che - non riesco ancora a capire come mai - sono considerati più creativi.
In particolare le donne che hanno una scrittura comica o di commedia brillante come me sono delle vere rarità e spesso vengono guardate con diffidenza.
Io, però, devo ammettere che conto un po' su questa povertà di presenze femminili per poter fare la differenza.
Ci sarà anche un vantaggio ad essere donna, no?


Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Se parlassi di progetti significherebbe che sono padrona di quello che sta per succedere, e invece sono sempre portata dagli eventi.

Al momento sto lavorando come sceneggiatrice per una nota sit-com in cui si bevono
molti caffè e poi cerco di scrivere il mio secondo romanzo, del quale sono a pagina 9 da mesi (ma mi sta crescendo in testa) e che sarà molto diverso dal primo, anche se sempre con toni leggeri e brillanti.

Hai qualche consiglio da regalare a chi inizia l'avventura di inseguire i propri sogni?
Mi fanno spesso questa domanda e ogni volta do una risposta diversa, evidentemente non sono così sicura di quale sia la ricetta.
Oggi il mio motto è: "Pensarci tanto prima e niente dopo", insomma, io cerco di coltivare fragole e orchidee, ma non ansie.

Un augurio alle nostre socie?
Più che un augurio darei un consiglio: selezionare pochi obiettivi difficili, ma realizzabili e tenerli sempre davanti agli occhi.
L' anno scorso ne ho scelti 8, li ho scritti su foglietti a cuore e li ho infilzati sulla lavagnetta di sughero che ho in ufficio.
Alla fine dell'anno ne avevo ottenuti 5 su 8 e mi considero molto soddisfatta.
Non è un rituale magico, ci vuole anche fortuna, ma alzare gli occhi e vedere qual è lo scopo
delle tue fatiche ti aiuta a tener duro ancora un po'.


1 commento:

  1. "L' anno scorso ne ho scelti 8, li ho scritti su foglietti a cuore e li ho infilzati sulla lavagnetta di sughero che ho in ufficio.
    Alla fine dell'anno ne avevo ottenuti 5 su 8 e mi considero molto soddisfatta."

    complimenti...forse mi decido anch'io a mettere nero su bianco almeno le intenzioni...poi si vedrà...

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